Maria regina di Scozia: il girl power formato XVI secolo

Maria regina di Scozia

Maria regina di Scozia: il girl power formato XVI secolo

Ispirarsi alla storia per scrivere un manifesto per l’emancipazione femminista: è la rivalità tra la Regina Elisabetta e Maria Stuarda filtrata dalla visione autoriale di Josie Rourke in Maria Regina di Scozia.

Maria regina di scoziaNell’era del #METOO, dell’emancipazione femminile e della parità dei sessi un film su Elisabetta d’Inghilterra non è un mero sfizio storico in chiave cinematografica, quanto una necessità. Ma la storia che la regista Josie Rourke narra nel suo Maria Regina di Scozia non ha come unica protagonista la regina vergine, ma anche la sua nemesi, cugina, rivale e alleata: Maria Stuarda. Travalicando i confini cinematografici di matrice elisabettiana, la regista va al di là di quanto compiuto da John Ford nel suo film con protagonista Katharine Hepburn (se vi è un precedente, questo è da ritrovarsi nell’omonima pellicola diretta da Charles Jarrott con Vanessa Redgrave) per elevare alla seconda il carattere e la forza insiti nel sangue delle regnanti Tudor e Stuart.

Tentando di tradurre il proprio background teatrale in linguaggio cinematografico, la Rourke unisce nell’hic et nunc della visione spettatoriale la diversa conduzione di vita delle due sovrane attraverso un montaggio parallelo che tratteggi i differenti modi di adeguarsi al potere da parte delle due protagoniste: più femmineo quello di Maria, più androgino quello di Elisabetta, sempre pronta a dichiarare nel corso del film il suo essere “maschio” così da rispondere al meglio al ruolo che il destino le ha consegnato. Distanti, eppure così simili, Elisabetta e Maria colmano l’una le lacune dell’altra, ma proprio per questa incapacità di accettare le proprie mancanze (l’indipendenza della Scozia per Maria, la bellezza, la gioventù e la maternità per Elisabetta) le due finiscono per ascoltare consigli altrui facendo a pezzi i ponti che le potevano unire.

I capelli rossi come il sangue diventano pertanto un oscuro presagio ammantato dal colore della passione, del sentimento e dell’impulsività, le stesse pulsioni che fin troppo spesso vengono rinfacciate al genere femminile reo di perdere possesso delle proprie facoltà di giudizio perché dominato dalla potenza delle emozioni invece che dalla razionalità di pensiero.

Manifesto dell’emancipazione femminile scritto con l’inchiostro della storia (sebbene non manchino qualche libertà autoriali, come l’incontro forse mai realmente avvenuto tra le due sovrane) Maria Regina di Scozia trova il suo punto di forza nelle interpretazioni delle sue due protagoniste: Saoirse Ronan nei panni di Maria e Margot Robbie in quelli di Elisabetta. Sacrificato alquanto David Tennant, ingabbiato nelle vesti del predicatore John Knox e per questo impossibilitato nel dare libero sfogo alle sue capacità attoriali.

Concentrare decenni di storia in centoventi minuti non deve essere cosa semplice; c’è a chi riesce bene e chi fa più fatica degli altri. Josie Rourke sembra far parte di questo secondo gruppo. Le ellissi temporali sono dei tagli netti che frenano bruscamente lo scorrere fluido della storia, richiedendo allo spettatore di colmare tali vuoti narrativi con il rischio che questi non sia del tutto preparato sulla questione storica trattata. Nel passaggio da una sequenza all’altra possono passare anche mesi, anni, senza che vi siano didascalie o suggerimenti visivi e dialogici che avvertano di tale passaggio temporale.

La regia accademica, basica, si limita a tradurre visivamente quanto riportato in sceneggiatura, senza aggiungere alcun senso di pathos o emotività alle immagini immortalate dal proprio obiettivo. Il montaggio si riduce a un “taglia e cuci” di riprese disposte in ordine cronologico, a volte dimenticandosi di giustificare tali passaggi o spiegare l’avvenimento a cui porteranno; l’idea che ne risulta è quella di un film bloccato allo stato di prima bozza, senza che vi sia stato il tempo, o la capacità di rifinirlo.

Maria regina di scoziaEsteticamente Maria Regina di Scozia gioca su una sequela di scenografie e inquadrature costruite come quadri seducenti ma privati di cornici o sostegni capaci supportare il loro peso da un punto di vista narrativo.

Aveva un buon potenziale Maria regina di Scozia, ma anche la più veloce delle Ferrari non riesce a vincere il campionato se il telaio o” la meccanica non è realizzata a dovere.

Elisa Torsiello

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